Le radici - Cooperativa di Biumo e Belforte

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Le radici

"da dove veniamo"
A c c a d d e   a   R o c h d a l e . . .
La rivoluzione industriale era ormai già avanzata ma le condizioni di vita di operai, contadini e artigiani di certo non brillanti. Eppure i 28 soci fondatori di questa cooperativa di consumo non erano poverissimi, anche perché ci voleva comunque un po' di denaro per avviare la piccola bottega.
E così, con 28 sterline di capitale iniziale e i principi del cartismo e del filantropismo oweniano ben fissi in mente, i 28 tessitori iniziarono l'avventura.
Non furono i primi in assoluto (già qualche anno prima il socialista utopista Robert Owen aveva tentato senza troppi risultati un esperimento cooperativo nella sua comunità di New Lanark) ma se non altro i soli ad applicare delle regole base che permisero alla cooperativa di sopravvivere pur aiutando la povera gente. Principi elementari cui, da allora in poi,si è ispirato l'intero movimento cooperativo mondiale.
Nel museo inglese che oggi ospita la casa della cooperazione è ricostruito in dettaglio il piccolo negozio di Toad Lane,  a Rochdale,  che  dal 21 dicembre 1844 ospitò la prima cooperativa  organizzata del mondo. Il bancone fatto con una tavola appoggiata su due barili, la panca per l'attesa, le bilance e i cinque prodotti messi in vendita (zucchero, burro, farina di grano e d'avena, candele) danno la misura di quanto fosse forte lo slancio di solidarietà dei primi cooperatori e quanto necessario il loro impegno.


“Dichiarazione di identità cooperativa”
approvata dal XXXI Congresso dell'Alleanza Cooperativa Internazionale.
I valori cooperativi sono tradotti, nella stessa Dichiarazione di identità,
in comportamenti concreti attraverso la definizione di
“ sette principi cooperativi ”
1. Adesione libera e volontaria: le cooperative sono organizzazioni volontarie aperte a tutti gli individui capaci di usare i servizi offerti e desiderosi di accettare le responsabilità connesse all'adesione, senza alcuna discriminazione sessuale, sociale, razziale, politica o religiosa.
2. Controllo democratico da parte dei soci: le cooperative sono organizzazioni democratiche, controllate dai propri soci che partecipano attivamente nello stabilire le politiche e nell'assumere le relative  decisioni. Gli uomini e le donne eletti come rappresentanti sono responsabili nei confronti dei soci. Nelle cooperative di primo grado, i soci hanno gli stessi diritti di voto
(una testa, un voto), e anche le cooperative di altro grado sono ugualmente organizzate in modo democratico.
3. Partecipazione economica dei soci: i soci contribuiscono equamente al capitale delle proprie cooperative e lo controllano democraticamente. Almeno una parte di questo capitale è di norma proprietà comune della cooperativa. I soci di norma, percepiscono un compenso limitato, se del caso, sul capitale sottoscritto come condizione per l'adesione. I soci allocano i surplus per qualunque dei seguenti     scopi: sviluppo della cooperativa, possibilmente creando delle riserve, parte delle quali almeno dovrebbe essere indivisibile; benefici per i soci in proporzione alle loro transazioni con la cooperativa stessa, e sostegno ad altre attività approvate dalla base sociale.
4. Autonomia ed indipendenza dei soci: le cooperative sono organizzazioni autonome, autosufficienti controllate dai soci. Nel caso in cui esse sottoscrivano accordi con altre organizzazioni (incluso i governi) o ottengano capitale da fonti esterne, le cooperative sono tenute ad assicurare sempre il controllo democratico da parte dei soci e mantenere l'autonomia dalla cooperativa stessa.
5. Educazione, formazione ed informazione: le cooperative s'impegnano ad educare ed a formare i propri soci, i rappresentanti eletti, i manager e il personale, in modo che questi siano in grado di contribuire con efficienza allo sviluppo delle proprie società cooperative. Le cooperative devono attuare campagne di informazione allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica, particolarmente i giovani e gli opinionisti di maggiore fama, sulla natura e i benefici della cooperazione.
6. Cooperazione tra cooperative: le cooperative servono i propri soci nel modo più efficiente e rafforzano il movimento cooperativo lavorando insieme, attraverso le strutture locali nazionali, regionali e internazionali.
7. Interesse verso la comunità: le cooperative lavorano per uno sviluppo sostenibile delle proprie comunità attraverso politiche approvate dai propri soci.
2. Controllo democratico da parte dei soci: le cooperative sono organizzazioni democratiche, controllate dai propri soci che partecipano attivamente nello stabilire le politiche e nell'assumere le relative  decisioni. Gli uomini e le donne eletti come rappresentanti sono responsabili nei confronti dei soci. Nelle cooperative di primo grado, i soci hanno gli stessi diritti di voto
(una testa, un voto), e anche le cooperative di altro grado sono ugualmente organizzate in modo democratico.
3. Partecipazione economica dei soci: i soci contribuiscono equamente al capitale delle proprie cooperative e lo controllano democraticamente. Almeno una parte di questo capitale è di norma proprietà comune della cooperativa. I soci di norma, percepiscono un compenso limitato, se del caso, sul capitale sottoscritto come condizione per l'adesione. I soci allocano i surplus per qualunque dei seguenti     scopi: sviluppo della cooperativa, possibilmente creando delle riserve, parte delle quali almeno dovrebbe essere indivisibile; benefici per i soci in proporzione alle loro transazioni con la cooperativa stessa, e sostegno ad altre attività approvate dalla base sociale.
4. Autonomia ed indipendenza dei soci: le cooperative sono organizzazioni autonome, autosufficienti controllate dai soci. Nel caso in cui esse sottoscrivano accordi con altre organizzazioni (incluso i governi) o ottengano capitale da fonti esterne, le cooperative sono tenute ad assicurare sempre il controllo democratico da parte dei soci e mantenere l'autonomia dalla cooperativa stessa.
5. Educazione, formazione ed informazione: le cooperative s'impegnano ad educare ed a formare i propri soci, i rappresentanti eletti, i manager e il personale, in modo che questi siano in grado di contribuire con efficienza allo sviluppo delle proprie società cooperative. Le cooperative devono attuare campagne di informazione allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica, particolarmente i giovani e gli opinionisti di maggiore fama, sulla natura e i benefici della cooperazione.
6. Cooperazione tra cooperative: le cooperative servono i propri soci nel modo più efficiente e rafforzano il movimento cooperativo lavorando insieme, attraverso le strutture locali nazionali, regionali e internazionali.
7. Interesse verso la comunità: le cooperative lavorano per uno sviluppo sostenibile delle proprie comunità attraverso politiche approvate dai propri soci.
Nel resto del mondo
A soli venti anni da Rochdale in Gran Bretagna esistevano già 454 società cooperative e veniva fondata la 'Cooperative Wholesale Society', in Francia si diffondevano le teorie mutualistiche di Louis Blanc e, nello stesso anno della seconda Internazionale (1889) si teneva a Parigi un convegno cooperativo europeo,nel frattempo in Germania la fondazione delle Casse Raffeisen andava sperimentando nuove forme aggregative fin dal 1850.


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