Ambrogio Vaghi ... Il nostro socio!

Vai ai contenuti

Ambrogio Vaghi ... Il nostro socio!

Cooperativa di Biumo e Belforte
Pubblicato da la provincia in opinioni · 3 Settembre 2016
«Funicolare al Campo dei fiori, crediamoci»
Ambrogio Vaghi, icona della sinistra varesina, sabato prossimo riceve dal prefetto -su incarico del Ministero della Difesa- la medaglia della Liberazione. Motivo: benemerenze partigiane e patriottiche. A seguire, quelle giornalistiche-imprenditoriali-politiche. Ovvero: responsabile del settimanale Ordine Nuovo, dirigente d’azienda, anima del mondo Coop, iscritto al Pci nel ’45, padre nobile della Socrem. Tanti incarichi di partito e associativi, 23 anni di servizio istituzionale come consigliere comunale. Ancora oggi voce autorevolissima del Pd, è uno dei grandi saggi/galantuomini della città, generoso nei consigli e nella beneficenza. I primi e la seconda dispensati con riservatezza e umiltà. Ultima dote, ma non l’ultima: l’ironia. Anche l’autoironia.

Felice del riconoscimento?
Certo che sì. Eseguo esercizi ginnici d’allargamento della cassa toracica: questa medaglia si aggiunge ad alcune precedenti. E lo spazio ormai è poco.
Che ricordo della guerra partigiana?
Ero un ragazzo, facevo il palo nelle azioni di sabotaggio. I compagni m’invidiavano la pistola che un ufficiale americano aveva nascosto e poi abbandonato in una confezione di marmellata, nella trattoria dei miei genitori a Milano.
Nostalgie del passato?
Il passato va in archivio. Meglio guardare avanti.
Restiamo al presente. Amministrativo. Galimberti è il sindaco che ci voleva?
Lo è. Preparato e tenace. Crede nell’impresa di cambiare Varese, reduce da un lungo periodo di errori e di immobilismo.
E la squadra che lo affianca?
Giudicheremo col tempo. All’apparenza, buona. Provinciali e ridicole le polemiche su Cecchi, Assessore alla Cultura che viene da Firenze. Ne avessimo più d’uno, di Cecchi. A contare è la bravura, tanto più se supportata dall’esperienza.
Ormai il consiglio comunale conta poco. O no?
Conta meno d’una volta, dopo l’introduzione della nuova legge elettiva dei sindaci.
Un bene o un male?
Le funzioni d’indirizzo e controllo restano. E sono importanti. La governabilità altrettanto: e il primo cittadino può dedicarvisi con maggiore autonomia.
Galimberti è partito come doveva?
Mi piace il suo pallino d’infilare il Comune in ogni possibile bando dispensatore di finanziamenti. Se va a segno il colpo da diciotto milioni per riqualificare le stazioni, conquisterà in tre mesi ciò che i predecessori non hanno ottenuto in molte legislature.
Il “vis à vis” settimanale coi cittadini funziona…
Ottima iniziativa. Spero che un giorno la partecipazione cali, avendo gli uffici municipali provveduto a risolvere i problemi senza aspettarne la denuncia. Auspico un cambio di marcia, dalla macchina di Palazzo Estense.
Priorità numero uno?
La questione viabilistica. Varese deve dotarsi di un nuovo piano della mobilità. Modificare lo schema del traffico privato, migliorare l’offerta di trasporto pubblico.
Funicolare da incentivare, tutti d’accordo. Ma come?
Funicolari. Non funicolare. Si può e si deve ripristinare quella per il Campo dei fiori, adesso che l’ex Grand Hotel lo hanno comprato privati che lo verosimilmente lo trasformeranno in luogo di residenza, visita, soggiorno.
Intanto che si fa con quella per il Sacro Monte?
Si permette al traffico privato d’arrivare alla stazione di partenza. Lì a fianco un parcheggio inserito ad hoc nell’ambiente e collegato da un senso unico alternato, sulla strada già esistente, al piazzale Montanari. Allora sì che la gente userà la funicolare ogni giorno.
Critica facile: è uno sfregio alla natura…
Replica facilissima: è semplice realismo. Si può far tutto, alla condizione di farlo bene.
È realismo anche unire l’Isolino Virginia alla terraferma con una passerella o un ponte?
Ovviamente. Era ora che si desse un corredo progettuale a una buona idea. Le visite ai patrimoni dell’umanità vanno incentivate, non il contrario. Correttamente, si capisce. E qui vale il discorso appena accennato per il Sacro Monte e il Campo dei fiori.
L’ex caserma di piazza Repubblica resisterà al cedimento o cascherà, come si teme?
Reggerà, ma il lavoro di consolidamento e restauro si prevede imponente”.
Dentro, che cosa metterci?
Non la biblioteca civica. Sale per associazioni, un sito di rappresentanza dell’Università dell’Insubria, reperti museali. E la sede dei vigili urbani, come stabilito.
Sul versante dirimpetto nella piazza, il nuovo teatro?
Non ci sono i soldi pubblici necessari. Né si può regalare un versante della collina di Bosto all’edificazione privata per ottenerli.
Dunque ci rassegniamo?
Beh, l’Apollonio svolge la sua funzione. E ci sono il Politeama e il Vittoria da recuperare all’uso collettivo. Poi si vedrà. I finanziamenti
oggi non reperibili, magari lo diventeranno domani”.
A finire: la varesinità esiste ancora?
Di sicuro. I nostri antichi valori resistono. Ogni tanto si ossidano, ma è sufficiente una lucidata e tornano a brillare.
Due sopra tutti: sobrietà e concretezza?
Aggiungiamoci la modestia: il fare in silenzio.







Cooperativa di Biumo e Belforte -Viale Belforte n°165 Varese - tel 0332333088 cooperativabiumobelforte@virgilio.it
Torna ai contenuti